In questa guida spieghiamo come si gioca a Domino con le carte e vediamo quali sono le regole da seguire.
È un gioco che, se eseguito con le particolari regole che esporremo, offre motivo di notevole interesse, necessitando di molta attenzione, abilità e memoria. Viene giocato con un mazzo di cinquantun carte (si toglie l’A di picche) da tre giocatori, ognuno dei quali gioca per sé.
Il mazziere che viene cambiato a ogni smazzata con movimento orario, distribuisce sempre in senso orario una a una tutte le carte; al termine della distribuzione ogni giocatore ha nella sua mano diciassette carte. Il mazziere, dopo aver guardato il suo gioco, decide la carta di inizio e la pone sul tavolo. A turno i giocatori e il mazziere deporranno sul tavolo, se possibile, una carta contigua alla carta già esposta, oppure una carta dello stesso valore di quella esposta inizialmente. Le catene di carte si arrestano al K da un lato e all’A dall’altro.
(Nella apertura di A il 2 di picche funge da asso.)
Se un giocatore non ha nella sua mano carte che, per essere contigue alle carte esposte al centro del tavolo, possono essere giocate, “passa” il suo turno, ma è assolutamente proibito passare avendo in mano carte giocabili.
Quando un giocatore rimane senza carte avendole giocate tutte, il gioco si interrompe e chi ha terminato per primo riceve tanti punti quante carte sono rimaste nella mano degli avversari.
Il gioco consiste in un numero di smazzate a volontà e si può quindi interrompere quando si vuole a patto che tutti i giocatori abbiano svolto il compito di mazziere lo stesso numero di volte. Naturalmente se un giocatore ha più carte da giocare può a piacer suo optare per quella che ritiene la migliore.
Se il mazziere desidera dare inizio con una carta di un certo valore e non ne ha in mano, può chiamare l’attacco (naturalmente chiamerà per esempio l’attacco di 4, non avendo alcun 4 nella mano e dichiarerà solo genericamente “l’attacco di 4” senza possibilità di specificare il seme).
Altra regola che aumenta l’interesse del gioco è quella per la quale il mazziere, visto il proprio gioco, è costretto prima di giocare la prima carta, a porre in vendita il diritto di scelta dell’attacco: chiederà un certo numero di punti (maggiore o minore a seconda del valore del suo gioco); a questo punto se un avversario ha interesse, per la configurazione particolare del suo gioco, a scegliere una particolare carta di inizio, può comprare il diritto di scelta pagando il numero di punti richiesto ed eseguendo quindi la prima mossa.
Se ambedue gli avversari del mazziere hanno interesse a comprare l’attacco si scatenerà una vera e propria asta fra i due: acquisirà il diritto di giocare per primo e di scegliere la carta di inizio il giocatore che avrà offerto il più alto valore in punti.
Abbiamo premesso che il “Domino” con le carte richiede attenzione, abilità e memoria: infatti ogni giocatore avrà interesse sempre a giocare, in caso di possibilità di scelta fra due o più carte giocabili, quella che apre il gioco nella direzione e nel seme ove lo stesso giocatore ha carte estreme (cioè lontane come posizione dalle carte d’attacco) e nel contempo dovrà seguire attentamente il comportamento di gioco degli avversari per scoprirne gli interessi ad aprire o a tenere bloccato un determinato colore.
Il “Domino” è un gioco che non tollera di essere giocato a tutti i livelli; giocato male risulta abbastanza noioso, ma se al tavolo vi sono almeno due giocatori abili, diventa un gioco di notevole strategia e molto divertente.
Molto delicata è spesso la scelta delle carte di attacco potendo la stessa mano essere bellissima o pessima con carte d’inizio diverse.
Ma è tempo di fare un esempio: distribuita a caso, vediamo come si può svolgere una mano di “Domino” con i tre giocatori (a, b, c) in possesso delle seguenti carte
Il mazziere a non ha un gioco molto brillante per la presenza di parecchie carte estreme nei due sensi (alte a cuori e basse a picche) però la presenza di sole carte intermedie a quadri può permettergli una certa difesa: offre quindi il diritto d’attacco per un’equa somma di otto punti.
Il giocatore b che viene per secondo in turno di gioco ha carte tali da soffrire notevolmente tutti gli attacchi che non siano di carta molto bassa e naturalmente sa che rischierà di pagare tutte o quasi le sequenze di A23; d’altra parte se con l’attacco di carta bassa può anche vincere, il numero delle carte che può fare pagare agli avversari (le carte superiori ai suoi due F rossi) vincendo appare molto modesto: decide quindi di non comprare il diritto d’attacco.
Al contrario c ha uno spiccato interesse all’acquisto; infatti con i 6 quale carta di inizio pensa di poter vincere buona parte delle carte di fiori superiori al 7 e inferiori al 5, di quelle di cuori superiori all’8 e inferiori al 5, qualche carta a picche e soprattutto pensa di poter sistemare tutte le sue di quadri che costituiscono il punto relativamente debole della sua distribuzione.
Compra quindi l’attacco e il gioco si svolge in questo modo
Il 7 di fiori chiude il gioco: c vince sette carte o punti da b e otto carte o punti da a, cui però deve pagare i punti per l’acquisto dell’attacco (8-8 = O). Il punteggio sarà così segnato:
A questo punto, mazziere b, si inizia una nuova smazzata: il risultato verrà posto in colonna sotto il precedente facendo immediatamente la somma parziale e così via per un numero di smazzate a piacimento, ma sempre multiplo di tre (avendo iniziato a come mazziere, la seduta di gioco deve terminare con mazziere c).
Le malizie e le astuzie di questo gioco sono non poche e vi lasciamo il piacere di scoprirle da voi stessi: ricordatevi sempre che il “Domino» con le carte non è un gioco di fortuna bensì un gioco di pura abilità: in qualche mano non avrete difesa alcuna, ma siate ben certi che dopo un congruo numero di smazzate il giocatore più provetto si troverà in testa nei rendiconti finali.
Il “Domino” con le carte può essere giocato anche in quattro (naturalmente con un mazzo completo di cinquantadue carte e con tredici carte a testa), ma, per le ridotte possibilità di manovra, è molto più soggetto alle alterne sorti della fortuna.
Giocate quindi al “Domino” con le carte in tre persone: scoprirete man mano quali e quante finezze strategiche si possono attuare per vincere o per vincere di più nelle smazzate favorevoli e di contenere il passivo nelle distribuzioni infelici.
I buoni giocatori di “Domino” anche se si ritrovano in quattro persone al tavolo, giocano in tre. In questo caso viene escluso dal gioco a turno un giocatore per ogni smazzata, e questo giocatore lungi dall’annoiarsi, si divertirà a seguire il gioco degli altri tre: uno dei pregi del gioco è infatti quello di essere molto attraente anche come spettacolo.